SANTA CROCE SULL’ARNO (Pisa), lunedì 30 settembre 2019 – «Gentile Presidente, ritengo necessario che già dagli ultimi anni della scuola primaria e fino al secondo anno della secondaria di primo livello, classi intere di studenti e docenti possano entrare in azienda iniziando a capire il mestiere, in maniera conoscitiva. Solo in questo modo in un futuro lo studente potrà, eventualmente scegliere quella professione come propria». È questo uno dei passaggi della lettera che Ivo Mancini, imprenditore 84enne di Fucecchio (Firenze), ha inviato lo scorso giovedì, 26 settembre, al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, proseguendo la sua battaglia che lo vede da tempo protagonista nello sviluppare un ponte solido tra il mondo della scuola e quello del lavoro. Dopo che a dicembre dello scorso anno ha aperto, all’interno della sua azienda “Futura lavorazioni meccaniche” di Santa Croce sull’Arno (Pisa) una vera e propria scuola di meccanica a proprie spese, con macchinari all’avanguardia e investimenti milionari, Mancini ha fatto sentire più volte la propria voce a livello istituzionale, ma a suo avviso manca ancora qualcosa affinché questo connubio tra formazione e lavoro possa davvero formarsi. Ed è per questo che, dopo che ad agosto era stato invitato a portare la propria esperienza sul palco del Caffè della Versiliana, in un evento in cui erano presente l’assessore regionale toscano Cristina Grieco e il giornalista Mediaset Paolo Del Debbio, ha deciso di prendere carta e penna e appellarsi alla più alta carica dello Stato per chiedere ascolto e collaborazione, magari stimolando un intervento legislativo affinché anche gli studenti più giovani possano entrare più frequentemente a conoscere le aziende. La raccomandata, oltre a essere stata indirizzata al Quirinale, è stata inviata in copia anche al Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte, al Ministro del Lavoro Nunzia Catalfo, al Ministro della Pubblica Istruzione, dell’Università e della Ricerca Lorenzo Fioramonti ai presidenti di Camera e Senato, Roberto Fico e Maria Elisabetta Alberti Casellati, infine al Governatore della Regione Toscana, Enrico Rossi.

«Il mio obiettivo – è uno dei passaggi della missiva – è quello di formare tecnici specializzati per dare continuità alle mie aziende (sua è anche la C.M. Tannery di Santa Croce sull’Arno, ndr), oltre a fornire l’opportunità ai giovani di apprendere il mestiere e, un giorno, diventare a loro volta imprenditori, come ho avuto la possibilità di fare nella mia vita togliendomi delle belle soddisfazioni. Le mie aziende, in cui i miei figli Antonio e Federico sono parte attiva della proprietà, attualmente hanno un volume di affari che si aggira sui 13 milioni di fatturato annuo (2018), con 67% di export e quasi 40 addetti assunti. A mio avviso, senza nuove leve professionali adeguatamente formate, tutto il comparto in generale rischia la chiusura a causa dell’assenza di ricambio di tecnici specializzati. Per questo motivo ho allestito la mia scuola di meccanica in uno spazio di 400 metri quadrati e sto ulteriormente investendo per ampliarlo e portarlo a 1100mq».

«Il lavoro in meccanica c’è e la mia realtà aziendale ne è una dimostrazione. – è un altro passaggio della lettera di Ivo Mancini – Abbiamo bisogno di scovare dei “super tecnici” a oggi introvabili che sappiano creare, con la mente e con le mani e che siano supportati nel loro cammino da tanta voglia di fare, con l’aiuto delle famiglie, delle aziende e delle istituzioni. Il mio sogno è fare in modo che l’imprenditore del 2020 sia un “Verrocchio 4.0”, un maestro di grande esperienza pronto a formare i lavoratori professionisti del domani. Nel mio caso ho investito soldi per creare uno spazio di formazione. Ho conoscenze e competenze, conosco persone docenti, molte formate da me personalmente, pronte a dare il proprio contributo. Adesso aspetto dalle istituzioni un segnale concreto, affinché nel settore dell’artigianato manifatturiero, e della meccanica in particolare, non si venga a formare una vera e propria desertificazione». L’imprenditore fucecchiese, che grazie alla propria intuizione ha suscitato nelle scorse settimane attenzioni anche dai media nazionali, si è infine reso disponibile a essere ricevuto a Roma per parlare con le istituzioni nazionali del proprio progetto di scuola di meccanica. «Verrò a mie spese»: parola di imprenditore abituato al “fare” e a non arrendersi di fronte a ogni ostacolo.


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